Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Sperlonga si scorge dalla Via Flacca come un abbagliante complesso di edifici, adagiato su uno sperone che si apre sul mare cristallino.
Dal centro storico, percorrendo un ponte, si accede alla Torre Truglia, che domina uno scoglio di pietra viva. La torre fu eretta nel 1532 sui resti di una torre romana ed era un prezioso punto di avvistamento per controllare gli attacchi dei saraceni.
Sulla spiaggia di Sperlonga, sul lato occidentale, ci si può refrigerare in una sorgente d’acqua dolce e freschissima, raccolta in un’antica vasca.
Il nome di questo splendido borgo marinaro deriva da spelonca, che rimanda alla celebre Grotta di Tiberio: una cavità naturale che l’imperatore scelse come luogo prediletto per la costruzione della sua lussuosa residenza estiva e in cui erano destinate le opere d’arte di maggior pregio.
Della grotta sono ancora rintracciabili i resti di una vasca e di una piscina circolare, progettati a corredo. Dal sito sono stati portati alla luce una serie di frammenti relativi a uno splendido apparato scultoreo, oggi esposto al Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga: teste, busti, gruppi marmorei perlopiù relativi alla leggenda del mitico re di itaca: Ulisse.
Suggestivo è il colossale gruppo di Polifemo databile al I secolo a.C. degli scultori Agesandro, Atenodoro e Polidoro di Rodi, in cui si ammira uno struggente ritratto di Ulisse colto nell’atto di accecare il ciclope. Una scena ricca di pathos, tra le più significative dell’Odissea.
Quale luogo migliore dunque per ricreare le gesta eroiche di Ulisse, così vicino al Promontorio a cui è legato il mito di Circe; un sito in cui riecheggiano chiari anche i versi dell’Eneide di Virgilio.
Il nucleo originario della villa di Tiberio, alla quale si accede direttamente dal Museo Archeologico, risale all’età tardo repubblicana ed era strutturata in una serie di terrazze sul mare.
Da qui, l’orizzonte nel blu del Mediterraneo, non deve essere troppo diverso da quello ammirato da Tiberio e prima ancora da Ulisse.