Il nome di Gaeta ha origini mitiche: deriva da Caieta, la nutrice di Enea. Narra Virgilio che la donna trovò la morte in queste terre e qui fu sepolta dall’eroe troiano. Gaeta vecchia è un caratteristico alternarsi di strade e vicoli incantevoli (consigliatissima Via Indipendenza), qui mito, leggenda e spiritualità religiosa si mescolano tessendo storie millenarie.
In epoca medievale il porto era uno straordinario fulcro di scambi, arrivi e partenze delle ernie più diverse. Incontri preziosi che hanno favorito una florida economia ma soprattutto un patrimonio artistico e culturale ricchissimo. Per questo motivo, passeggiando per Gaeta, può capitare di incontrare unici esempi di architettura in cui influssi romanici, bizantini e arabo normanni si fondono.
LA CHIESA DI SAN DOMENICO
La chiesa di San Domenico e il monastero annesso sono originari del Quattrocento, secolo nel quale la chiesa originaria duecentesca venne demolita per favorire la costruzione del castello Aragonese. La presenza dei Domenicani a Gaeta, infatti, è attestata già a partire dal 1229.
Al suo interno la chiesa è composta da due navate diseguali su disegno tardo gotico di architetti catalani trapiantati nel regno di Napoli dopo la conquista da parte di Alfonso V d’Aragona (1442). La facciata, ampia e spoglia, è caratterizzata dal portale monumentale del XIV secolo. Alla destra del portale vi è un’altra apertura: l’originale passaggio tra chiesa e convento.
Sulla destra si erge un bellissimo campanile con bifore e portale catalano decorato da stelle a otto punte, residuo del precedente convento del XIII secolo. A partire dal 1622 nel convento aveva sede la Confraternita del SS. Rosario, che possedeva una ricchissima cappella nella chiesa.
Sotto il presbiterio della chiesa e sotto la sacrestia sono presenti alcuni ambienti adibiti a cripta: qui dal 1747 la Confraternita del SS. Rosario la utilizzava come “Terra Santa” per la sepoltura dei propri adepti. Alla “Terra Santa” si accede dall’esterno della chiesa lato mare.
CASTELLO ANGIOINO ARAGONESE
Il Castello è uno dei simboli della città, visitabile solo in alcuni periodi dell’anno. L’edificio presenta due parti distinte: la più antica risale all’epoca angioina, quella moderna fu fatta costruire da Carlo V d’Asburgo.
CATTEDRALE DI GAETA
La Cattedrale, edificata nel Tardo Medioevo, si trova nei pressi del porto, precisamente nel quartiere medievale. Divisa in sette navate con ben sei file di colonne romane, la chiesa vide l’incoronazione di Papa Gelasio II. Elementi islamici e occidentali caratterizzano lo splendido campanile.
TEMPIO DI SAN FRANCESCO
Uno dei gioielli che si incontrano passeggiando per il centro storico, il Tempio di San Francesco fu fondato nel 1222 e offre ai visitatori una vista spettacolare. La chiesa ha visto interventi di personaggi storici illustri come Carlo II d’Angiò, che la fece ricostruire e Ferdinando II delle Due Sicilie, che ne ordinò un restauro radicale.
CHIESA DI SAN GIOVANNI A MARE
La chiesa di San Giovanni originariamente affacciava sulle banchine del porto. Fu costruita tra l’XI e il XII secolo. L’interno è diviso in tre navate con colonne di spoglio di origine romana e medievale, decorate con affreschi ancora oggi in parte visibili. Anche l’altare è un pregevole esempio di reimpiego: si tratta di un sarcofago con tema pagano al quale è stata aggiunta una croce nella parte centrale.
Molte bellezze della Chiesa di san Giovanni hanno rivisto la luce grazie a recenti interventi di restauro: sono riemersi interessanti affreschi del XII secolo. Come la cupola di San Domenico, affascinante è anche quella della Chiesa di San Giovanni, con le sue forme e decorazioni dal sapore orientale.
SANTUARIO DELLA SS. TRINITÀ E LA GROTTA DEL TURCO
Situato su una delle tre fenditure del versante meridionale del Monte Orlando, nei pressi di Gaeta, il Santuario della SS. Trinità o della Montagna Spaccata, fu eretto nel XI secolo. Leggenda narra che le fenditure del Monte Orlando si formarono nel momento esatto in cui Gesù moriva sulla croce.
Un’altra leggenda racconta che nel corso dei secoli vi giunse un turco scettico nei confronti delle origini sacre delle fenditure, egli appoggiò alla roccia e questa sembrò fondersi sotto la sua mano. Da qui l’origine dei solchi che la rupe presenta a un tratto, molto simili all’impronta di una mano. Su una grande roccia precipitata e incastratasi nella fenditura, nel 1434, venne edificata la Cappella del Crocifisso, dalla quale si può godere di una vista mozzafiato.
La Grotta del Turco prende il nome dall’usanza da parte dei pirati saraceni di riparare le navi e prepararsi ad attaccare a sorpresa quelle del Ducato di Gaeta. La grotta è raggiungibile percorrendo trecento scalini o, in alternativa, avventurandosi sui sentieri alpinistici che le pareti di roccia offrono.
Proseguendo nella scoperta del Parco di Monte Orlando, si possono visitare le Polveriere o il bellissimo Mausoleo di Lucio Munazio Planco (22 a.C.).